
a voce sola

a voce sola è molto più di una semplice registrazione: è il frutto di un lungo percorso di ricerca, ascolto e confronto all’interno di un gruppo di lavoro unito da una visione comune.
​
Il disco è interamente dedicato ai mottetti a voce sola di Alessandro Grandi, figura centrale ma ancora troppo poco conosciuta del primo Seicento italiano, capace di coniugare raffinatezza espressiva e audacia formale.
​Alla base di questo progetto c’è un approfondito lavoro di trascrizione dalle fonti originali, condotto con rigore filologico: i brani scelti – alcuni dei quali mai eseguiti in epoca moderna – sono stati studiati con attenzione, discussi collettivamente e restituiti alla vita con strumenti originali e prassi esecutiva storicamente informata.
​
Ma a voce sola è anche un laboratorio vivo: ogni interpretazione nasce dal dialogo tra i musicisti, da un processo condiviso in cui ricerca e libertà artistica si intrecciano.
​
L'Accademia degli Affetti lavora in sinergia, con l’obiettivo non solo di “riprodurre” il passato, ma di restituirgli respiro e presenza, cercando di mantenere intatta la loro forza comunicativa.
​
Con questo disco, si vuole dare voce – letteralmente – a un repertorio prezioso e ancora sorprendente, riportandolo all’ascolto non come oggetto da museo, ma come espressione viva di un’epoca che ha ancora molto da dire.
Non è solo una registrazione: è una riscoperta, un atto di restituzione e di amore verso un patrimonio musicale ancora tutto da esplorare.
Al centro del progetto c’è la figura di Alessandro Grandi, un compositore considerato “minore” rispetto ai suoi contemporanei, il quale però si rivela essere di notevole interesse musicale. Le sue composizioni, per lo più di musica sacra, risultano affascinanti per la presenza, importante, di strumenti obbligati: di fatto l’inizio dello stile concertato che avrà grande sviluppo durante la seconda metà del Seicento.
​
La proposta si concentra sui tre libri di mottetti con istrumenti pubblicati a Venezia tra il 1621 e il 1637: in buona misura i mottetti proposti sono inediti e in prima esecuzione in tempi moderni.
La trascrizione dei mottetti è a cura di Maria Chiara Ardolino, le fonti prese in esame sono conservate presso la Biblioteca della Musica di Bologna e la Biblioteca Nazionale di Francia.
​
Qui sotto il video completo dell'intervista per StoryTime Padova.

Fondato nel 2024 in occasione di questo progetto discografico, l'ensemble riunisce cinque musicisti uniti dalla ricerca dell’equilibrio perfetto tra parola, suono e proporzione — un ideale che riecheggia quello della sezione aurea, cifra simbolica e ispiratrice del gruppo.
L'obiettivo è quello di ricreare e sperimentare le pratiche musicali tipiche delle accademie seicentesche, proponendosi di indagare le innovazioni del Seicento, con particolare attenzione al dialogo tra pari e allo scambio creativo che caratterizzava quelle realtà artistiche.
L’ensemble, formato da soprano, violino, cornetto, tiorba e organo, esplora i repertori italiani ed europei del primo Seicento, periodo di profonda trasformazione stilistica e spirituale. L’approccio usato dall'Accademia unisce la fedeltà alle fonti storiche con una sensibilità contemporanea per il colore e il gesto musicale, restituendo al pubblico la vitalità e la poesia di un linguaggio in continua evoluzione.
​Attraverso progetti discografici e concerti, l’ensemble mira a riportare alla luce pagine rare e capolavori dimenticati, interpretandoli con rigore, creatività e immaginazione sonora.​
​
Se vuoi puoi contribuire al nostro progetto: contattaci per fare un concerto nella tua città oppure fai una donazione*!
​
​
​
*Donando almeno 10€ riceverai una copia del disco come ringraziamento: mandaci una mail indicando il tuo nome (e il nickname usato per la donazione in PayPal) e l'indirizzo a cui spedirlo.


Nasce a Venezia nel 1590 e morirà di peste a Bergamo nel 1630, a soli 40 anni. Nel 1604 viene eletto “giovine di choro” presso la Cappella Marciana. Nonostante ci fosse una delibera che fissava l’età minima a 20 anni, il giovane Alessandro fu messo a “ballottatione” ed eletto in ragione delle sue qualità musicali e di compositore.
Durante il periodo marciano, Grandi ebbe l’opportunità di studiare con Giovanni Croce (maestro di Cappella dal 1603 al 1609) Giovanni Gabrieli (primo organista dal 1585 al 1612) e Claudio Monteverdi (maestro di Cappella dal 1613 al 1644).
Nel 1609 abbandona la carriera ecclesiastica e si trasferisce a Ferrara, per diventare maestro di Cappella dell’Accademia dello Spirito Santo, fino a che nel 1614 entra in relazione con l’Accademia degli Intrepidi, per cui compone un libro di madrigali (editati nel 1615). Nel 1615 diventa maestro di cappella dell’Accademia della Morte (rivali dello Spirito Santo) e nel 1616 diventa maestro di cappella della Cattedrale, incarico che manterrà fino al 1617 quando ritornerà a Venezia.
I rapporti con la città lagunare in realtà non si erano mai interrotti del tutto: nel 1613 era rientrato a Venezia per sposare Lucia Archieri, e le raccolte editate da Vincenti tra il 1613 e il 1616 hanno contribuito a mantenere alto il nome di Grandi in città, tanto che nel 1617 torna per stabilirsi come cantore presso la Cappella ducale. Nel 1618 diventa maestro di canto degli alunni del Seminario e il 17 novembre 1620 ottiene l’incarico di vice-maestro di Cappella, ruolo che manterrà fino al 1625 quando improvvisamente decide di ritirarsi dalla scena marciana. Grazie al suo protettore, Francesco Duodo, nel 1627 ottiene il prestigioso ruolo di maestro di Cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, dove vi rimarrà fino alla morte nel 1630.
Il suo catalogo è molto ampio: si compone di 6 raccolte di musica profana e 15 di musica sacra di cui la maggior parte si rivela essere mottetti per 1-2-3 voci, e ben libri prevedono degli strumenti acuti obbligati (il primo e il secondo libro parla solo di istrumenti, il terzo invece parla di due violini.
​
Lo stile concertato
​
Il ‘concerto’ non è un genere o una forma, bensì un atteggiamento organizzativo ed esecutivo, caratterizzato dalla contrapposizione di voci e strumenti. Questa contrapposizione si è sviluppata principalmente durante tutto il 1600 tanto che all’inizio del ‘700 Lodovico Casali definisce “insostituibile” il carattere della musica concertata che è definita dall’imprescindibile compresenza di voci e strumenti. La si può dividere in tre diversi rami:
-
l’alternanza, nella medesima composizione, della diversa natura timbrica (voci/strumenti/voci e strumenti assieme)
-
l’alternanza dei volumi (soli/tutti)
-
l’alternanza di sezioni, all’interno della medesima composizione o più in generale della stessa opera (a cappella, recitativi, ariosi, cantabili, etc..)
I mottetti di Grandi presi in esame in questo lavoro appartengono alla prima definizione, infatti quasi tutti i mottetti prevedono l’alternarsi di ritornelli strumentali a sezioni cantate accompagnate dal solo basso continuo, per poi concludere con un tutti dove voce e strumenti obbligati dialogano a stretto giro.
Varietà e contrasto, collaborazione e interazione, sorpresa e alternanza sono alla base del concetto di concerto, una pratica già iniziata nel ‘500 e che vede a San Marco in Venezia grande sviluppo con i Gabrieli e che nel ‘600 trova massima espressione anche grazie al contemporaneo sviluppo dell’opera e delle cantate a voce sola.
Questo lavoro vuole concentrarsi in particolare sui mottetti a voce sola (canto) con strumenti acuti obbligati, estrapolati dai tre libri di mottetti esplicitamente dedicati a questo repertorio: sono stati presi in considerazione solo i mottetti scritti esplicitamente per voce di soprano ed è stato fatto un lavoro di trascrizione direttamente dalle stampe originali conservate presso il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
​
Il lavoro di trascrizione è di prossima pubblicazione.
​
​​


